QUARTETTO
PER LA FINE DEL TEMPO
di Olivier Messiaen
Inverno 1940/41.
Internato a Görlitz (Polonia), in un campo di concentramento tedesco, ad Olivier Messiaen è concesso, da parte del comandante del lager, di lavorare a una partitura inedita.
In quel campo, per un caso fortunato, oltre a lui sono stati fatti prigionieri altri tre musicisti : Etienne Pasquier (violoncellista), Henri Akoka (clarinettista) e Jean le Boulaire (violinista). Confortato dalla presenza di questi tre colleghi, Messiaen inizia a comporre quella che diverrà la sua opera più significativa: Il Quartetto per la fine del Tempo , creato - a detta del suo stesso autore - "per evadere dalla neve, dalla guerra, dalla prigionia e da me stesso ".
Il risultato è una delle composizioni per musica da camera fra le più significative/innovative del secolo scorso.
[quote=Evidenzio]
Autore: Olivier Messiaen
Titolo: Quatuor pour la fin du temps
Genere: Musica da camera - Quartetto per clarinetto, violino, violoncello e pianoforte
Anno: 1940
Esecutori: diretto da Kent Nagano
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::->BIOGRAFIA<-::
Olivier Eugène Prosper Charles Messiaen (Avignone, 10 dicembre 1908 - Clichy, 27 aprile 1992) è stato un compositore, organista e ornitologo francese.
Si iscrisse al conservatorio di Parigi all'età di 11 anni ed ebbe tra i suoi professori musicisti del calibro di Paul Dukas, Maurice Emmanuel, Charles-Marie Widor e Marcel Dupré. Nel 1931 ottenne il posto di organista della Chiesa della Trinité a Parigi, incarico che mantenne fino alla morte. Nel 1940, durante l'invasione tedesca della Francia venne fatto prigioniero di guerra ed internato nello Stalag VIII-A, un campo di lavoro presso Görlitz. Qui, trovando casualmente tra i suoi compagni di prigionia tre musicisti, compose, col beneplacito del responsabile del campo appassionato di musica, una delle sue composizioni più note, il
Quatuor pour la fin du Temps (Quartetto per la fine del Tempo)
per clarinetto, violino, violoncello e pianoforte. La prima venne eseguita il 15 gennaio 1941 davanti ad un pubblico di circa quattrocento persone composto da prigionieri e guardie. Poco dopo la sua liberazione nel 1941 ottenne l'incarico di professore di armonia al conservatorio di Parigi e a cui si aggiunse nel 1966 quello di professore di composizione, posti che mantenne fino al proprio pensionamento nel 1978. Tra i suoi numerosi allievi si distinsero particolarmente Pierre Boulez, Yvonne Loriod (che divenne poi la sua seconda moglie), Karlheinz Stockhausen, Iannis Xenakis e George Benjamin.
Messiaen si interessò alla musica indiana (più precisamente alla musica carnatica) e dell'antica Grecia, e in particolare al loro ritmo; questo interesse si riscontra nelle sue opere che hanno spesso una struttura ritmica molto complessa o inusuale. Dal punto di vista armonico e melodico si distinse per l'introduzione e l'uso di particolari scale musicali a cui diede il nome di modi a trasposizione limitata. L'impiego di questi modi gli permise di esplorare le relazione tra l'udito e gli altri sensi, realizzando una musica sinestetica, in cui l'incontro e la sovrapposizione di accordi doveva creare l'impressione di vedere certi ben determinati accostamenti di colore. Per un breve periodo sperimentò anche il serialismo integrale, anticipando per certi aspetti l'opera del suo allievo Boulez. A rendere ancora più eclettico ed inconfondibile il suo stile è l'uso di strumenti esotici o curiosi come il gamelan e le onde Martenot (Jeanne Loriod, sorella della sua seconda moglie, era una virtuosa di questo strumento). A dispetto dello stile così vario e inusuale, la maggior parte delle sue composizioni (con la notevole eccezione di quelle ispirate al canto degli uccelli) sono di carattere sacro o mistico e dipingono quello che egli stesso chiamava ¬´l'aspetto meraviglioso della fede¬ª, testimoniando il suo incrollabile credo nella religione cattolica.
Messiaen era affascinato dal canto degli uccelli, era suo convincimento che essi fossero i più grandi musicisti sulla terra e considerava se stesso più un ornitologo che un compositore. Nei suoi numerosi viaggi in tutto il mondo, ebbe modo di ascoltare e registrare il canto di numerosi uccelli, realizzando delle trascrizioni (soprattutto per pianoforte ma anche per orchestra), tra cui la più celebre è il
Catalogue d'oiseaux (Catalogo d'uccelli)
, composta tra il 1956 e il 1958. Oltre ad essere composizioni a se stanti, tali trascrizioni vennero inserite in gran parte delle sue opere più famose, come nella
Sinfonia Turangalîla
e nel
San Francesco d'Assisi
.
L'uso innovativo di ritmo, melodia e armonia, la sua personale concezione delle relazioni tra tempo, musica e colore, la passione per il canto degli uccelli e la sua sincera e profonda ispirazione religiosa, nonché il suo ruolo di didatta, hanno contribuito a fare di Messiaen uno dei più grandi ed influenti compositori del XX secolo.
::->INTRODUZIONE<-::
Il 15 gennaio 1941, alla presenza dei nazisti e dei prigionieri, la prima esecuzione pubblica dell'opera in condizioni fisiche e tecniche indecenti: il freddo è atroce, al violoncello manca una corda e i tasti del piano su cui suona il compositore una volta abbassati stentano a risalire. Ma i quattro conducono a termine egualmente il concerto di fronte ad una platea incredibilmente attenta e partecipe nonostante l'arditezza della tessitura musicale. Spentasi l'ultima nota, un applauso caloroso riscalda i cuori di Messiaen e dei suoi compagni: la loro battaglia musicale è risultata vincente. Verranno anticipatamente liberati dalla prigionia appena qualche mese più tardi, grazie a quella loro straordinaria testimonianza artistica.
Il
Quatuor pour la fin du Temps
risente non solo del tragico clima storico in cui è stato composto ma pure della profonda religiosità che permeava l'animo del suo creatore, attratto da un brano dell'Apocalisse giovannea nel quale un Angelo annuncia appunto la fine del tempo, che avverrà al suono di tromba del settimo nunzio divino. E otto sono infatti i movimenti del quartetto, poiché - nella visione apocalittica cui si ispira Messiaen - dopo tale annuncio la durata temporale sarà abolita per dar luogo all'eterno.
Si tratta dunque di una musica a programma: d'una inedita musica sacra in versione cameristica, all'insegna della meditazione e di un misticismo tanto eccentrico quanto profondo.
Si pensi solo alla titolazione dei vari brani di cui essa si compone:
I - Liturgia di cristallo
II - Vocalizzo, per l'Angelo che annuncia la fine del Tempo
III - Abisso degli uccelli
IV - Intermezzo
V - Lode all'Eternità di Gesù
VI - Danza del Furore, per le sette trombe
VII - Vortice d'arcobaleni, per l'Angelo che annuncia la fine del Tempo
VIII - Lode all'Immortalità di Gesù
Per ogni movimento Messiaen fornì una precisa annotazione/ambientazione, a fine didascalico e orientativo nei confronti degli esecutori e dell'uditorio.
Il primo tempo , dal taglio estremamente suggestivo, in cui intervengono tutti e quattro gli strumenti a mimare trilli d'usignolo e altri volatili, rivela quanto fosse forte nel musicista l'amore per la natura e gli uccelli, in particolare, da lui a lungo studiati.
Il secondo - sempre per quartetto -, dopo un breve avvio vivace che introduce l'Angelo annunciatore, si snoda tranquillo attraverso una melodia dal carattere contemplativo, per terminare con stridenti/inquietanti accordi finali.
Il terzo , interpretato dal clarinetto solo, alterna il lamento elegiaco al gioioso canto degli uccelli i quali, a differenza degli umani, vivono in una dimensione di naturalità/spontaneità che ci è ormai preclusa.
Il quarto , forse il meno riuscito degli otto (o almeno il più virtuosistico) è un breve scherzo in cui il piano è assente.
Di ben altra forza espressiva il quinto movimento , dove il violoncello canta una lode a Gesù - eternamente presente nell'anima di chi ha fede il lui - accompagnato dagli accordi mesti e martellanti del piano.
Espressionistico il sesto tempo - per quartetto -, dalle audaci innovazioni ritmiche e dalla sonorità granitica, maestosa e imponente.
Il settimo brano è un pezzo di bravura per quartetto, inizialmente dai toni pacati poi sempre più vivace, acceso, intenso e vorticoso.
L'ultimo movimento , che fa da contraltare al quinto, vede il violino in un lungo a solo - sostenuto dal basso continuo del piano - che si dipana attraverso una dolcissima linea melodico-canora che si spegne estatica e sognante.
::: - Scheda tecnica - :::
::: - dati ottenuti con AviInfo - :::
Name..........: I - Liturgia di cristallo.mp3
Filesize......: 4.2Mb
Audio Bitrate.: 110Kbps(VBR)
Name..........: II - Vocalizzo, per l'Angelo che annuncia la fine del Tempo.mp3
Filesize......: 8.6Mb
Audio Bitrate.: 236Kbps(VBR)
Name..........: III - Abisso degli uccelli.mp3
Filesize......: 14.2Mb
Audio Bitrate.: 210Kbps(VBR)
Name..........: IV - Intermezzo.mp3
Filesize......: 2.1Mb
Audio Bitrate.: 221Kbps(VBR)
Name..........: V - Lode all'Eternità di Gesù.mp3
Filesize......: 14.3Mb
Audio Bitrate.: 211Kbps(VBR)
Name..........: VI - Danza del Furore, per le sette trombe.mp3
Filesize......: 11.4Mb
Audio Bitrate.: 233Kbps(VBR)
Name..........: VII - Vortice d'arcobaleni, per l'Angelo che annuncia la fine del Tempo.mp3
Filesize......: 13.3Mb
Audio Bitrate.: 210Kbps(VBR)
Audio Freq....: 44KHz
Audio Channels: Stereo
Name..........: VIII - Lode all'Immortalità di Gesù.mp3
Filesize......: 12.7Mb
Audio Bitrate.: 206Kbps(VBR)
Audio Freq....: 44KHz
Audio Channels: Stereo