Titolo originale : Sometimes they come back
Titolo italiano: A volte ritornano
Autore: Stephen King
1° ediz. originale: 1978
Data di pubblicazione: 2000
Genere: Antologia (composta da 20 racconti – cfr. Indice)
Sottogenere: Horror
Editore: Bompiani
Collana: I grandi tascabili
Traduttore: Hilia Brinis
Pagine: 384
Indice
1. Jerusalem's Lot
2. Secondo turno di notte
3. Risacca notturna
4. Io sono la porta
5. Il compressore
6. Il baubau
7. Materia grigia
8. Campo di battaglia
9. Camion
10. A volte ritornano
11. Primavera da fragole
12. Il cornicione
13. La falciatrice
14. Quitters, Inc.
15. So di che cosa hai bisogno
16. I figli del grano
17. L'ultimo piolo
18. L'uomo che amava i fiori
19. Il bicchiere della staffa
20. La donna nella stanza
Racconto n. 10 – A volte ritornano.
Nel passato: due fratelli vengono aggrediti da quattro teppisti mentre stanno andando in biblioteca. Basta un nonnulla per far scattare un'aggressione di violenza inaudita. Uno dei due ragazzini muore per una coltellata, l'altro scappa, scioccato. Poco dopo i teppisti restano uccisi in un incidente stradale.
Passano gli anni e Jim, il superstite, che ha relegato nelle nebbie della memoria quel tragico ricordo, è diventato insegnante di inglese in un liceo. Alcuni studenti della sua classe vengono uccisi e sostituiti da ragazzi che somigliano a quelli che lo aggredirono e uccisero il fratello.L'uomo si persuade che siano tornati per poter finire il lavoro anche con lui. Jim allora usa un rito di evocazione per scatenare contro i fantasmi dei suoi aguzzini un demone che li possa ricacciare all'inferno da cui sono emersi. Ma usare il potere dell'occultismo, si sa, difficilmente porta ad un lieto fine.
Incipit:
Introduzione
Spesso alle feste (dove evito di andare, se appena appena è possibile) incontro gente che mentre mi stringe la mano, sfoderando un gran sorriso, mi confida con un'aria di allegra cospirazione: «Sa, ho sempre desiderato scrivere.»
Un tempo, mi sforzavo di mostrarmi cortese.
Oggi, con la stessa giubilante euforia, rispondo: «Sa, ho sempre desiderato fare il neurochirurgo.»
Mi guardano disorientati. Non importa. Ce n'è tanta di gente disorientata, in giro per il mondo.
Se uno vuole scrivere, che scriva.
Il solo modo per imparare a scrivere è scrivere. E non sarebbe la strada migliore per chi volesse dedicarsi alla neurochirurgia.
Stephen King ha sempre desiderato scrivere. E scrive.
Così ha scrittoCarrie; Le notti di Salem, Una splendida festa di morte, e tutti gli ottimi racconti che potete leggere in questo libro, più un incredibile numero di novelle, libri, frammenti, poesie, saggi e altre cose inclassificabili, la maggior parte delle quali troppo pietose per essere date alla stampa.
Perché è così che bisogna fare.
Non c'è altro modo. Nessun altro modo.
La diligenza forzata è quasi sufficiente. Ma non basta. Bisogna avere il gusto delle parole. Esserne ghiotti. Bisogna desiderare di rotolarcisi dentro. Bisogna leggerne milioni, scritte da altri.
Bisogna leggere tutto con divorante invidia o con annoiato disprezzo.
Il disprezzo maggiore lo riserviamo a quelli che nascondono l'inettitudine dietro i paroloni, la costruzione pesante, i simboli invadenti, e non hanno alcun senso della storia, del ritmo, del personaggio.
Poi, bisogna conoscere così bene se stessi da cominciare a conoscere gli altri. C'è un pezzo di noi in ogni persona che ci capita di incontrare.
Vampiri, topi grossi come cani, camion impazziti, insospettabili serial killer, strani metodi per smettere di fumare, il terribile baubau... A volte ritornano è tutto questo e molto di più. Venti racconti da leggere prima di dormire. Per non dormire, naturalmente.
"Due dei generi più difficili in cui cimentarsi sono l'humor e l'occulto. In mani incapaci, l'humor diventa funebre e l'occulto diventa comico". Così scrive John MacDonald nell'introduzione a questa antologia, e qualcuno mi spieghi perchè a quest'uomo non è stato ancora dedicato un monumento. Possiamo pure prescindere dalla carriera letteraria; a mio avviso, basterebbe quest'affermazione.
A volte ritornato (il titolo originale è Night Shift), la prima (e, a parer mio, migliore) antologia di Stephen King, uscì nell'ormai lontano 1978... ma a distanza di trent'anni è ancora in grado di far accapponare la pelle all'attonito lettore.
È composta da 20 racconti, molti dei quali precedentemente apparsi su riviste come Cavalier, Cosmopolitan, Gallery e Maine Magazine.
Dopo l'introduzione di MacDonald il libro prosegue con la prefazione dello stesso King, che in tono colloquiale, quasi confidenziale (Parliamo, voi ed io. Parliamo della paura. La casa è deserta, mentre scrivo; fuori cade una gelida pioggia di febbraio. È sera...) invita il lettore ad entrare nel suo universo fantastico e terribile, non disdegnando alcune interessantissime riflessioni sulla natura del genere horror. Girando pagina, poi (e immergendoci nel primo racconto), capiamo che lo scrittore del Maine ha sempre tenuto bene a mente i fondamentali principi di scrittura creativa che MacDonald espone all'interno della sua brevissima introduzione. E che, soprattutto, le sue sono mani capaci.