Titolo originale: La Vérité sur l'Affaire Harry Quebert
Titolo italiano: La verità sul caso Harry Quebert
Autore: Joël Dicker
1ª ed. originale: 2012
Data di pubblicazione: 28 maggio 2014
Genere: Romanzo
Sottogenere: Giallo
Editore: Bompiani
Collana: Narratori stranieri
Traduzione: Vincenzo Vega
Pagine: 779
Joël Dicker è nato a Ginevra nel 1985. Ha pubblicato Gli ultimi giorni dei nostri padri, che ha ricevuto il Prix des écrivains genevois nel 2010, e La verità sul caso Harry Quebert, che ha ottenuto il Grand Prix du roman de l’Académie Française 2012 e il Prix Goncourt des lycéens 2012, ed è stato tradotto in oltre 35 paesi.
2005 - La tigre (Le Tigre, 2005)
2011 - Gli ultimi giorni dei nostri padri(Les Derniers Jours de Nos Pères)
2012 - La verità sul caso Harry Quebert (La Vérité sur l'Affaire Harry Quebert)
2015 - Il libro dei Baltimore (Le Livre des Baltimore)
Estate 1975. Nola Kellergan, una ragazzina di 15 anni, scompare misteriosamente nella tranquilla cittadina di Aurora, New Hampshire. Le ricerche della polizia non danno alcun esito. Primavera 2008, New York. Marcus Goldman, giovane scrittore di successo, sta vivendo uno dei rischi del suo mestiere: è bloccato, non riesce a scrivere una sola riga del romanzo che da lì a poco dovrebbe consegnare al suo editore. Ma qualcosa di imprevisto accade nella sua vita: il suo amico e professore universitario Harry Quebert, uno degli scrittori più stimati d'America, viene accusato di avere ucciso la giovane Nola Kellergan. Il cadavere della ragazza viene infatti ritrovato nel giardino della villa dello scrittore, a Goose Cove, poco fuori Aurora, sulle rive dell'oceano. Convinto dell'innocenza di Harry Quebert, Marcus Goldman abbandona tutto e va nel New Hampshire per condurre la sua personale inchiesta. Marcus, dopo oltre trent'anni deve dare risposta a una domanda: chi ha ucciso Nola Kellergan? E, naturalmente, deve scrivere un romanzo di grande successo.
Incipit:
31.
Negli abissi della memoria
“Il primo capitolo è fondamentale, Marcus. Se ai lettori non piace, non leggono il resto del libro. Tu come intendi cominciare il tuo?”
“Non lo so, Harry. Pensi che un giorno ci riuscirò?”
“A fare cosa?”
“A scrivere un libro.”
“Ne sono certo.”
All’inizio del 2008, all’incirca un anno e mezzo dopo essere diventato, grazie al mio primo romanzo, il nuovo beniamino delle lettere americane, fui colpito da un terribile blocco dello scrittore, una sindrome che sembra piuttosto diffusa tra gli autori baciati da un successo istantaneo e clamoroso. La malattia non era arrivata di colpo: si era insinuata dentro di me lentamente. Era come se il mio cervello, una volta infettato, si fosse bloccato un po’ per volta. Di fronte ai primi sintomi avevo fatto finta di niente: mi ero detto che l’ispirazione sarebbe tornata l’indomani, o il giorno dopo, o forse il successivo. Ma i giorni, le settimane e i mesi erano passati e l’ispirazione non era mai tornata.
Questo romanzo ha avuto un gran lancio. Se lo merita quasi per intero. Parlo di La verità sul caso Harry Quebert di Joël Dicker (Bompiani),
un giallo costruito sulla variante di una formula classica. Affido alle parole del protagonista una sintesi della trama: “Nella primavera del 2008, quasi un anno dopo essere diventato una star della letteratura americana scoprii che il mio professore d’università, Harry Quebert, oggi 63enne, uno degli scrittori più stimati del paese, aveva avuto una relazione con una ragazza di 15 anni quando lui ne aveva 34. Era l’estate del 1975… “. Ecco dunque i poli temporali che racchiudono l’azione.
I fatti risalgono al 1975, l’azione si svolge nel 2008, quando il cadavere di quella giovanissima donna viene casualmente scoperto nel giardino di Harry Quebert che, ovviamente, viene accusato dell’omicidio. Molti indizi sembrano confortare questa ipotesi che, in caso di condanna, comporta la sedia elettrica. Non crede però alla colpevolezza Marcus Goldman, un suo ex allievo, che lascia New York, va sui luoghi e comincia una controinchiesta. È questa la variante di una formula classica alla quale mi sono riferito all’inizio. Indagare sul passato di una persona, ricostruire i fatti, valutare daccapo ogni indizio, in particolare quelli trascurati dall’indagine ufficiale, scoprire lentamente, quasi assaporandoli (779 pagine!), una differente e inattesa verità.
Le qualità letterarie dell’autore Joël Dicker (Ginevra, 1985) sono al livello di quelle di Dan Brown, il tanto che basta diciamo. Come in Brown, è notevole la sua abilità nello sceneggiare, i fatti, dosare i colpi di scena, ribaltare un paio di volte la situazione cambiando luce alla scena e ai personaggi. Anzi dal punto di vista dell’abilità manipolatoria Dicker è addirittura meglio di Dan Brown che troppo spesso scivola in situazioni inverosimili che tolgono ogni credibilità alle sue pagine. Al contrario, Dicker riesce benissimo a non far mai diminuire la suspense grazie alla capacità del protagonista Goldman di ricostruire episodi già noti alla polizia (e di conseguenza) al lettore, spostando il peso di certi dettagli e così facendogli cambiare aspetto e significato.
Sulla base di ciò che ho letto non esiterei a dire che La verità sul caso Harry Quebert è il miglior giallo in circolazione in questo momento.