Titolo originale:The burial hour
Titolo italiano:Il valzer dell'impiccato
Autore: Jeffery Deaver
1ª ed. originale: 2017
Data di pubblicazione: maggio 2017
Genere: Romanzo
Sottogenere: Thriller
Editore: Rizzoli
Collana: Scala stranieri
Traduzione: Rosa Prencipe
Pagine: 512
Jeffery Deaver, giornalista giallista americano, è nato nei pressi di Chicago nel 1950, divorziato, senza figli, vive in Virginia vicino a Washington, D.C. ed in California.
Suo padre era un copywriter di pubblicità e sua madre era una casalinga. Dopo gli studi primari Jeffer Deaver, che già da bambino ha l'hobby della scrittura, frequenta il corso di giornalismo al'Università del Missouri guadagnandosi da vivere come autore di canzoni e redattore per riviste d'arte.
Trasferitosi a New Yorke, pur continuando a coltivare la passione per la poesia, si laurea in legge all'Università Fordham.
Assunto come avvocato per una grande ditta di Wall Street, Jeffery Deaver esercita questa professione per otto anni, ma intanto scrive racconti e romanzi di suspense, il genere che preferisce come lettore.
Nel 1990 decide di dedicarsi alla scrittura a tempo pieno: fonda la collana "Lincoln", lavora come criminalista al NYPD, e firma i suoi romanzi con lo pseudonimo di William Jefferies.
Da quando a 11 anni ha scritto il suo primo romanzo, composto da due capitoli, Jeffery Deaver ha scritto molti romanzi che sono stati tradotti in dodici lingue, ma la vera notorietà l'ha raggiunta con il romanzo "Il collezionista d'ossa", pubblicato in Italia nel 1997 dal quale è stato tratto l'altrettanto gettonato trhiller cinematografico ed vinto il prestigioso Premio "Nero Wolf".
Più volte finalista all'Edgar Award, vincitore di due Ellery Queen Readers Award, è l'autore di opere in cui la narrazione si svolge con ritmo e tensione stringenti come "Il silenzio dei rapiti", "Pietà per gli insonni", "La lacrima del diavolo", "Profondo blu", altri romanzi con Lincoln Rhyme e Amelia Sachs: "Lo scheletro che balla", "La sedia vuota", "La scimmia di pietra", "L'uomo scomparso", "La dodicesima carta" e racconti di suspence.
Lincoln Rhyme, tetraplegico detective, che immobilizzato a letto può muovere solo la testa e un dito e la poliziotta fresca d’accademia Amelia Sachs sono i personaggi principali dei suoi romanzi e protagonisti di una serie di perfetti thriller contemporanei che hanno raccolto intorno alle opere di Jeffery Deaver un gran numero appassionati del genere.
Trilogia di Rune
1988 - Nero a Manhattan (Manhattan Is My Beat)
1990 - Requiem per una pornostar (Death of a Blue Movie Star)
1992 - Hard News
Ciclo di John Pellam
1992 - Sotto terra (Shallow Graves)
1993 - Fiume di sangue (Bloody River Blues)
2001 - L'ultimo copione di John Pellam (Hell's Kitchen)
Ciclo di Lincoln Rhyme
1997 - Il collezionista di ossa (The Bone Collector)
1998 - Lo scheletro che balla (The Coffin Dancer)
2000 - La sedia vuota (The Empty Chair)
2002 - La scimmia di pietra (The Stone Monkey)
2003 - L'uomo scomparso (The Vanished Man)
2005 - La dodicesima carta (The Twelfth Card)
2006 - La luna fredda (The Cold Moon)
2008 - La finestra rotta (The Broken Window)
2010 - Il filo che brucia (The Burning Wire)
2013 - La stanza della morte (The Kill Room)
2014 - L’ombra del collezionista (The Skin Collector)
2016 - Il bacio d'acciaio (The Steel Kiss)
2016 - Il re dei morti (The Deliveryman)
2017 - Il valzer dell'impiccato (The burial hour)
Ciclo di Kathryn Dance
2007 - La bambola che dorme (The Sleeping Doll)
2009 – La strada delle croci (Roadside Crosses)
2012 - Sarò la tua ombra (XO)
2015 - Solitude Creek (Solitude Creek)
Altri romanzi
1992 - La consulente (Mistress of Justice)
1993 - L'uomo del sole (The Lesson of Her Death)
1994 - Pietà per gli insonni (Praying For Sleep)
1995 - Il silenzio dei rapiti (A Maiden's Grave)
1999 - La lacrima del diavolo (The Devil's Teardrop)
2000 - La figlia sbagliata (Speaking In Tongues)
2001 - Profondo blu (The Blue Nowhere)
2004 - Il giardino delle belve (Garden Of Beasts)
2005 - Insieme per sempre (Forever)
2008 - I corpi lasciati indietro (The Bodies Left Behind)
2011 - L'addestratore (Edge)
2013 - October list (THe October list)
James Bond
2011 - Carta bianca (Carte blanche)
Antologie
2001 - Suspense. I più bei racconti gialli degli ultimi cento anni (A century of great suspense stories)
2003 - Spirali. 16 racconti gialli (Twisted)
2004 - Nocturne,
2006 - La notte della paura (More Twisted)
2007 - Deviazioni: Insieme per sempre Il compromesso di Keller
Un uomo viene prelevato con la forza a pochi isolati da Central Park e caricato su un'automobile. Unica testimone una bambina, unico indizio un cappio abbandonato sul marciapiede, realizzato con una corda per strumenti musicali. Lincoln Rhyme e Amelia Sachs avrebbero altro a cui pensare, visto che stanno per sposarsi e partire per la luna di miele, ma c'è una vita da salvare. La squadra si mette subito al lavoro e in poche ore lo sconosciuto sequestratore ha un profilo: per il Compositore, così lo ha battezzato Rhyme, la tortura delle vittime è lo spartito di una macabra melodia. La caccia all'uomo ha inizio, una ricerca serrata che da un vecchio capannone di New York conduce il criminologo e la detective fin nei vicoli di Napoli, nei cunicoli che solcano il sottosuolo della città, a stretto contatto con gli investigatori italiani, tra scontri di competenze, collaborazioni clandestine e indagini scientifiche sempre più sofisticate. Il tempo stringe, e lo stesso cappio che Rhyme e Sachs hanno trovato sulla scena del crimine ora deve fermare la mano di un killer spietato e inafferrabile.
Ci sono tutti gli ingredienti del miglior Jeffery Deaver: ritmo, azione, paesaggi inusuali. Il valzer dell’impiccato mostra tutto l’affetto che il suo autore nutre per i lettori italiani e per il nostro Paese e consegna al pubblico degli appassionati un nuovo capitolo sorprendente e imperdibile della saga di Lincoln Rhyme, il criminologo più famoso del thriller internazionale.
Incipit:
CAPITOLO 1
«Mamma.»
«Un minuto.»
Procedevano spedite lungo la strada tranquilla dell’Upper East Side, il sole basso in quella fresca mattina autunnale. Foglie rosse e gialle tracciavano spirali cadendo dai rami sparuti.
Madre e figlia, gravata dalla zavorra che adesso i bambini si portano a scuola.
Ai miei tempi...
Claire mandava messaggi come una forsennata. La domestica – chi l’avrebbe detto? – si era ammalata. No, forse si era ammalata, il giorno della cena! La cena. E Alan doveva lavorare fino a tardi. Forse.
Come se avesse potuto contare su di lui, a ogni modo.
Din.
La risposta dell’amica: SCUSA, CARMELLA IMPEGNATA STSERA.
Gesù. Un’emoji in lacrime accompagnava il messaggio. Perché non digitare la stramaledetta A in «stasera»? Quanto si risparmiava, un prezioso millisecondo? Troppa fatica mettere il verbo essere?
«Ma, mamma...» Il tono cantilenante di una bambina di nove anni.
«Un minuto, Morgynn. Te l’ho già detto.» La voce di Claire era benevolmente neutra. Neanche un po’ arrabbiata, né irritata o stizzita. Pensò alle sessioni settimanali: seduta sulla sedia, non distesa sul divano – il bravo dottore non aveva neanche un divano nel suo ufficio –, Claire attaccava con le sue nemesi, la rabbia e l’impazienza, e aveva lavorato con tenacia per evitare di sbottare o alzare la voce quando la figlia diventava irritante (anche quando si comportava così di proposito, cosa che, calcolava Claire, equivaleva a un quarto delle ore di veglia della bambina).
E sto facendo un lavoro dannatamente buono.
Ragionevole. Matura. «Un minuto» ripeté, intuendo che la bambina stava per parlare.
Il sangue bagna Napoli. Jeffery Deaver, il re del thriller internazionale ha mantenuto la promessa. Per molto tempo bocca cucita, giusto qualche indizio, poi solo stretto riserbo tenendo con il fiato sospeso i suoi tanti lettori sempre più simili a uno stuolo di adoratori. Alla fine è arrivata l’attesa prima indagine italiana del suo detective più famoso, Lincoln Rhyme, già protagonista del bestseller “Il collezionista d’ossa”, portato al cinema da Denzel Washington. Un amore per l’Italia più volte dichiarato da Deaver, e una passione vera, mai nascosta per Napoli dove ha interamente ambientato il suo ultimo, adrenalinico romanzo, “Il valzer dell’impiccato” (Rizzoli), pubblicato il 18 maggio 2017.
Dopo milioni di copie vendute in tutto il mondo, traduzioni in ben 25 lingue, lo scrittore americano ha scelto Napoli, serbatoio inesauribile di storie, misteri, leggende, perfetta per le sue atmosfere mozzafiato e per il tredicesimo episodio della serie dedicata a Rhyme, detective tetrapelgico dal grande fiuto, sempre in compagnia dell’inseparabile agente, e anche compagna di vita, Amelia Sachs. Tutto, però, parte da New York dove una bambina, in pieno giorno, assiste a uno strano episodio di sequestro.
Primo indizio, sul selciato, una corda di budello di uno strumento, con un nodo scorsoio pronto per un’impiccagione. Seconda traccia, un video on line con in sottofondo una musica macabra, infernale, con le immagini di un corpo che implora aiuto. A firmarsi è “Il Compositore”, un sadico che sevizia le sue vittime per intonarsi a una sinfonia nera che sale dal profondo della terra. È il caso perfetto per il duo Rhyme-Sachs, che si ritrovano a Napoli sulle tracce di un criminale, sfuggente, quanto folle. E che si rintana nel sottosuolo della città, nel labirinto di cunicoli sotterranei, nel buio dei resti greco-romani da dove arriva un nuovo video, di una nuova vittima del “Compositore”.
La miscela è letale, ricca di suspense, porta il timbro del miglior Deaver che rinsalda il filo delle similitudini tra Napoli e New York, infatti la città a Rhyme appare, «così come all’aperto, anche al chiuso frenetica», e la questura di via Medina si trasforma in una centrale operativa come quella della New York Police Department, dove il detective studia il caso su una mappa che gli mostra «i Quartier Spagnoli, piazza Garibaldi, corso Umberto, Gianturco» e il sottosuolo con «gli antichi acquedotti fatti di pietra calcarea». Nè poteva mancare un passaggio al Cimitero delle Fontanelle, ulteriore nascondiglio e luogo del delitto per il serial killer. «Teschi deposti in file ordinate. Orbite che fissano il vuoto. Triangoli di oscurità dove un tempo c’erano stati nasi. File di denti ingialliti, o mancanti». La descrizione di Deaver prosegue con precisione agghiacciante: «l’illuminazione era tenue e le fiamme delle candele proiettavano sinistre ombre tremolanti di ossa e teschi. Simulacri di persone morte da centinaia, o migliaia di anni».
L’incubo arriva a Napoli, si annida nella città di sotto, che spegne ogni frenesia, caos, e diventa sempre più inquietante, ma «non per l’atmosfera angosciante, per via del silenzio … un terreno di coltura per le Urla Nere». Il resto del caso, tutto da dipanare, sempre più intricato, senza svelare troppo, abbraccia poi l’intera città, da Capodichino al Vomero, tappe di una sinfonia mortale da spegnere.