Titolo originale:El reino del dragón de oro
Titolo italiano:Il regno del Drago d'oro
Autore: Isabel Allende
1ª ed. originale:2003
Data di pubblicazione:31 marzo 2008
Genere:Romanzo
Sottogenere: Avventura
Editore:Feltrinelli
Collana:Universale economica
Traduzione: Elena Liverani
Pagine:257
Isabel Allende nasce il giorno 2 agosto del 1942 a Lima (Perù). La madre, Francisca Llona Barros, divorzia dal padre, Tomás Allende, quando la scrittrice ha solo tre anni: Isabel non conoscerà mai suo padre, che dopo la dissoluzione del matrimonio sparirà nel nulla. Sola, con tre figli e senza alcuna esperienza lavorativa, la madre si trasferisce a Santiago del Cile, ospitata nella casa del nonno (rievocata poi ne "La casa degli spiriti" in quella di Esteban Trueba). Grazie all'aiuto dello zio Salvador Allende e grazie alla sua influenza, non mancheranno a lei e ai suoi fratelli borse di studio, vestiti e svaghi.
Bambina vivace ed inquieta, durante l'infanzia trascorsa nella casa dei nonni impara a leggere e a nutrire la propria fantasia con letture prelevate dalla biblioteca del nonno, ma anche con libri che la scrittrice racconta di aver trovato in un baule ereditato dal padre, contenente raccolte di Jules Verne o Emilio Salgari. L'immaginazione della piccola si alimenta anche di romanzi rosa, ascoltati alla radio, in cucina assieme alle inservienti e soprattutto di racconti narrati dal nonno o dalla nonna, quest'ultima caratterizzata da una propensione particolare verso i misteri dello spiritismo.
Questi anni fantasiosi e meravigliosi si interrompono nel 1956, quando la madre si sposa con un altro diplomatico. Data anche la natura particolare di quella professione, il diplomatico appunto, la coppia comincia a viaggiare e ad effettuare permanenze in vari paesi. Le esperienze in Bolivia, in Europa ed in Libano sveleranno alla piccola sognatrice un mondo diverso da quello in cui è cresciuta. Isabel Allende vivrà sulla propria pelle le prime esperienze della discriminazione sessuale. Anche se le letture cambiano: legge libri di filosofia, conosce Freud e le tragedie di Shakespeare. Frugando nella camera del patrigno, trova un "libro proibito" che resterà tra le sue maggiori influenze letterarie: nascosta in un armadio legge "Le mille e una notte".
All'età di 15 anni, desiderosa di indipendenza, ritorna a Santiago ed a 17 anni inizia a lavorare come segretaria presso il "Dipartimento dell'informazione", un ufficio della FAO. A 19 anni sposa con Miguel Frías (1962), con cui avrà due figli: Nicholás e Paula.
In questo periodo accede al mondo del giornalismo che insieme all'esperienza teatrale sarà il suo migliore elemento formativo. Prima entra nel campo della televisione, conducendo un programma di quindici minuti sulla tragedia della fame nel mondo; poi scrive per la rivista femminile Paula (1967-1974) e la rivista per bambini Mampato (1969-1974). In ambito televisivo s'impegna nella Channel 7 dal 1970 al 1974. Isabel Allende conquista la fama negli anni Sessanta, grazie alla rubrica "Los impertinentes" che la sua amica Delia Vergara le riserva all'interno della rivista Paula. Da allora la scrittrice non ha mai smesso di decantare il giornalismo come grande scuola di scrittura e di umiltà.
L'11 settembre 1973 il colpo di stato militare guidato dal Generale Augusto Pinochet termina un'altra fase della vita della Allende. L'evoluzione dei fatti la costringe ad inserirsi per la prima volta attivamente nella vita politica del suo paese: la scrittrice s'impegna a favore dei perseguitati dal regime trovando loro asilo politico, nascondigli sicuri e facendo filtrare notizie del paese. Il regime dittatoriale le permette di collaborare ancora con le televisioni nazionali, ma ben presto decide di abbandonare il lavoro, perché si rende conto che il governo militare la sta usando. Decide allora di emigrare e, seguita in breve dal marito e dai figli, si ferma per tredici anni in Venezuela, dove scrive su vari quotidiani.
Di fatto autoesiliatasi, comincia a scrivere per sfogare la propria rabbia e sofferenza. Nasce così il primo romanzo, rifiutato da tutte le case editrici latino-americane per il fatto di essere firmato da un nome non soltanto sconosciuto, ma addirittura femminile. Nell'autunno del 1982 "La casa degli spiriti", una cronaca familiare sullo sfondo del mutamento politico ed economico nell'America latina, viene pubblicato a Barcellona da Plaza y Janés. Il successo divampa inizialmente in Europa e da lì passa negli Stati Uniti: le numerose traduzioni in varie lingue fanno conoscere la scrittrice in moltissime parti del mondo. Da quel momento in poi, inanellerà un successo dopo l'altro, a partire da "D'amore e ombra" fino a Paula, passando per "Eva Luna".
A 45 anni Isabel Allende divorzia dal marito e nel 1988 si sposa in seconde nozze con William Gordon che conosce durante un viaggio a San José, negli Stati Uniti. La storia della vita del nuovo compagno della scrittrice ispira un nuovo romanzo che viene pubblicato nel 1991 col titolo "Il piano infinito".
Molti critici hanno definito l'opera di Isabel Allende come un collage di idee e situazioni tratte dai suoi colleghi più famosi. Ma una delle critiche più persistenti è quella del paragone costante con Gabriel García Márquez e, in effetti, una certa influenza dello scrittore colombiano risulta essere innegabile, dal momento che viene tutt'ora considerato un punto di riferimento per le nuove generazioni di scrittori iberoamericani.
Non si può comunque tralasciare di citare il fatto che il libro-confessione "Paula" è il resoconto della tragedia che ha colpito l'Allende. Paula, infatti, non è altri che la figlia della scrittrice, morta il 6 dicembre del 1992 di una malattia rara e incurabile dopo aver passato un lungo periodo in stato comatoso.
1983 - La casa degli spiriti (La casa de los espíritus)
1985 - D'amore e ombra (De amor y de sombra)
1988 - Eva Luna
1990 - Eva Luna racconta (Cuentos de Eva Luna)
1992 - Il piano infinito (El plan infinto)
1995 - Paula
1997 - Per Paula. Lettere dal mondo
1997 - Afrodita. Racconti, ricette e altri afrodisiaci
1999 - La figlia della fortuna (Hija de la fortuna)
2001 - ratto in seppia (Retrato en sepia)
2002 - La città delle bestie (La ciudad de las bestias)
2003 - Il mio paese inventato (Mi país inventado)
2003 - Il regno del drago d'oro (El reino del dragón de oro)
2005 - La foresta dei pigmei (El Bosque de los Pigmeos)
2005 - Zorro. L'inizio della leggenda (El zorro)
2006 - Inés dell'anima mia (Inés del alma mía)
2008 - La somma dei giorni (La suma de los días)
2009 - L'isola sotto il mare (La isla bajo el mar)
2011 - Il quaderno di Maya (El cuaderno de Maya)
2012 - Le avventure di Aquila e Giaguaro (La città delle bestie; Il regno del drago d'oro; La foresta dei pigmei)
2013 - Amore
2013 - Il gioco di Ripper
Un piccolo e paradisiaco paese, il Regno Proibito, incastonato tra le montagne dell'Himalaya, che vive in uno splendido e pacifico isolamento da milleottocento anni; un monaco buddista che si sta occupando della formazione spirituale del giovane erede al trono; un prezioso oracolo in grado di predire il futuro in una lingua sconosciuta, quella anticamente usata dagli yeti. Questi sono gli ingredienti della nuova avventura di Nadia e Alexander, già protagonisti di "La città delle bestie", ora alle prese con una pericolosa setta di sanguinari banditi indiani assoldati da un'organizzazione criminale internazionale per trafugare la preziosa statua dai poteri divinatori e per rapire il re che sa come interpellarla.
Incipit:
1.
LA VALLE DEGLI YETI
Tensing, il monaco buddhista, e il suo discepolo, il principe Dil Bahadur, avevano scalato per giorni interi le alte vette dell'Himalaya, la regione dei ghiacci perenni dove, nel corso della storia, solo pochi lama hanno messo piede. Non tenevano il conto del tempo che passava, non interessava a nessuno dei due. Il calendario è un'invenzione degli uomini; per lo spirito, il tempo non esiste, aveva insegnato il maestro all'allievo.
La cosa più importante in quel momento era la traversata che il giovane principe affrontava per la prima volta. Il monaco sapeva di averla portata a termine in una vita precedente, ma erano ricordi piuttosto confusi. I due seguivano le indicazioni di una pergamena e si orientavano con l'aiuto delle stelle,
procedendo su un territorio dalle condizioni climatiche proibitive persino d'estate. La temperatura, di diversi gradi sotto lo zero, era sopportabile solamente un paio di mesi l'anno, quando non infuriavano temibili tempeste.
Anche con il cielo sereno, il freddo era pungente. Indossavano tuniche di lana e ruvidi mantelli di pelle di yak. Calzavano stivali di cuoio dello stesso animale, foderati di pelo e impermeabilizzati con il grasso. Procedevano con estrema cautela perché uno scivolone sul ghiaccio poteva farli precipitare per centinaia di metri nei profondi crepacci che, come colpi d'ascia vibrati da un dio, fendevano le montagne.
Contro il cielo azzurro intenso si stagliavano le luminose cime innevate dei monti, verso le quali i due viandanti avanzavano lentamente per la rarefazione d'ossigeno dovuta all'altitudine. Facevano frequenti soste per abituare i polmoni. Provavano dolore al petto, alle orecchie e alla testa, sentivano nausea e
spossatezza, ma nessuno dei due accennava alle debolezze del corpo; si limitavano a controllare la respirazione per trarre il maggior vantaggio da ogni singola boccata d'aria.
Il “Regno del Drago d'Oro” è un'avventura piena di pericoli, ma anche ricca di ironia e divertimento, con dei personaggi coinvolgenti e un susseguirsi di vicende avvincenti che non possono non tenere incollato il lettore alle pagine. Isabel Allende in versione narrativa per ragazzi è molto leggera e scanzonata e la lettura appare molto scorrevole. Il libro mostra l'incontro tra due culture molto diverse: la società occidentale con la tecnologia e il benessere economico e il misticismo e la spiritualità di una società di tipo buddista. La lettura offre un quadro molto lineare ed i personaggi si presentano per come sono fin dall'inizio, muovendosi di conseguenza dalla prima all'ultima pagina. Ciò che colpisce di più del libro è che sa darci molti insegnamenti, come il rispetto per l'uomo, anche quando è un nemico, per la religione, per la natura, per la cultura e le proprie tradizioni, ma ciò che è alla base di tutto è la fiducia in se stessi e nelle proprie capacità.