Titolo originale: Skagboys
Titolo italiano: Skagboys
Autore: Irvine Welsh
1ª ed. originale: 2012
Data di pubblicazione: 16 gennaio 2014
Genere: Romanzo
Sottogenere: Biografico,sociale
Editore: Tea
Collana: Teadue
Traduzione: Massimo Bocchiola
Pagine: 618
degli editori. Il direttore della rivista, Kevin Williamson, diventa suo amico personale e mentore e pubblica una intervista a Welsh, scritta mentre ambedue erano sotto l'effetto di MDMA.
Risiede prevalentemente a Dublino per motivi fiscali (in Irlanda gli scrittori non pagano le tasse) e trascorre i mesi invernali a Miami, dopo aver vissuto e lavorato a Edimburgo, Amsterdam e Londra. Tiene corsi di scrittura creativa a Chicago, dove ha conosciuto la sua seconda moglie. Ciò nonostante, tutta la sua opera è indelebilmente legata a Leith, il sobborgo portuale di Edimburgo dov'è nato e ha trascorso infanzia e giovinezza in un complesso di case popolari.
Romanzi
1993 - Trainspotting
1995 - Marabou Stork Nightmares
1998 - Il Lercio (Filth)
2001 - Colla (Glue)
2002 - Porno
2006 - I segreti erotici dei grandi chef (The Bedroom Secrets of the Master Chefs)
2008 - Crime
2007 - Una testa mozzata (Kingdom of Fife)
2012 - Skagboys
2014 - La vita sessuale delle gemelle siamesi (The Sex Lives of Siamese Twins)
2015 - Godetevi la corsa (A Decent Ride)
2016 - L'artista del coltello (The Blade Artist)
Raccolte di racconti
1994 - La Casa di John il Sord (The Acid House)
1996 - Ecstasy: Three Tales of Chemical Romance
2011 - If You Liked School You'll Love Work
2010 - Tutta colpa dell'acido (Reheated Cabbage)
Altre opere
1996 - Acidi Scozzesi - antologia di racconti di autori vari (Children of Albion Rovers), 1996
1997 - Disco Biscuits - antologia di racconti di autori vari, 1997
1998 - Intoxication - antologia di racconti di AA.VV. sulle droghe, a cura di Toni Davidson, 1998
1998 - Fuori Area (A Book of two halves: Football Short Stories) - antologia di racconti di AA.VV. sul calcio, 2001
1998 - Immagino tu sia già andato in buca (You'll Have Had Your Hole)?
2003 - Racconti UK dal cuore dell'Africa (Weekenders)
2006 - Storie di una città (One City)
Per me è stato amore al primo buco, matrimonio alla prima fumata. Esatto, io amo la mia ero. La vita dovrebbe essere come quando sei strafatto. È questa la filosofia degli skagboys, i tossici scozzesi resi famosi da Trainspotting. In questo libro Irvine Welsh racconta l'antefatto, il momento in cui Mark Renton, Sick Boy, Spud e i loro "soci" scivolano inesorabilmente nel baratro dell'eroina. Fra scene di devastante crudezza e depravazione, episodi grotteschi e squarci di inaspettata poesia e tenerezza, ogni personaggio emerge dalla pagina con tutta la propria violenza verbale, la propria rabbia e brutale autenticità, raccontando in prima persona e senza compromessi una decadenza fisica e morale irrimediabile. Disillusi e privi di ogni stimolo, i personaggi di Welsh si gettano alle spalle lavoro, amore, famiglia, persino la passione calcistica, opponendo a tutto questo una parabola solipsistica e autodistruttiva. È il trionfo della vita ai margini nel suo splendore epico e negativo, dove il protagonista assoluto è il linguaggio esuberante, eccentrico, imprevedibile. Sembra di sentirli parlare davvero, Rents e Sick Boy, lungo la ferrovia, in cerca di "quel sollievo che ti sembra un'estasi quando ti scorre per le vene nel cervello, e l'euforia incredibile perché i problemi del mondo, tutta la merda, si dissolvono attorno a te nella polvere".
Incipit:
Ho fatto quel che ho fatto
Stamattina sono arrivate otto cartoline di buon compleanno: tutte da passerotte, e dico senza contare mia madre e le mie sorelle. Top di goduria, cazzo. Una da Marianne con la triste preghiera «chiamami», dopo tutta una sfilza disperata di frasette d’amore provocanti e bacetti. Probabile che si rende conto che sta diventando una palla paurosa: tutta ’sta sbobba di andare «al matrimonio di mia sorella». Cos’ho, la faccia del materiale per feste-nuziali-in-corea? Tuttimodi è tornata all’ovile, quindi più avanti da pomparsi alla grande di sicùlo.
Chiaro che il buonumore viene fottuto da una sudicia busta marrone del collocamento che mi invitano a un colloquio di lavoro per il prestigioso posto di aiutogaragista a Canonmills. È un titillo mondiale che pensino a Simone, ma debbo rispettosamente declinare, non senza due pazienti paroline al mio socio Gav Temperley dell’ufficio collocamento a proposito di questa intrusione indesiderata. La gente che lavora non riesce a capire la mentalità dei signori. Io non vengo assunto con una scelta, cretini del cazzo: vi prego di non scambiare me per uno di quei disgraziati droni che vagano per la città in trance alla ricerca di un lavoro che non esiste.
Dopo quattro anni dal suo ultimo romanzo (Crime) Irvine Welsh torna alle origini e riporta nelle librerie di tutto il mondo i ragazzi terribili di Trainspotting.
Renton, Sick Boy, Begbie e Spud tornano a essere protagonisti con Skagboys, attesissimo prequel dell’esordio letterario di Welsh (diventato celeberrimo anche grazie al bellissimo adattamento cinematografico diretto da Danny Boyle).
Come consueto lo scrittore scozzese punta su uno stile crudo e diretto che colpisce il lettore come un pugno nello stomaco. Leggere un libro di Welsh non è un’esperienza semplice: le parti in prima persona sono sproloqui ossessivi e ossessionati, il tema della tossicodipendenza autodistruttiva è pesante da digerire e il percorso dei protagonisti è tutt’altro che esemplare. Nonostante questo, tuttavia, Welsh riesce ad affascinare il lettore con il realismo e la mancanza di qualsiasi giudizio o moralismo. Così come Trainspotting, Skagboys non è un manifesto a favore della droga, né una condanna ai tossicodipendenti. Skagboys è una finestra temporale che mostra la situazione della Gran Bretagna nella metà degli anni ’80, lo spaccato di una generazione disillusa, annoiata e senza speranza che si rifugia dentro una siringa e si trasforma nel veleno da spararsi in vena. Perché il “cattivo” di questa storia non è rappresentato dall’eroina ma dai protagonisti stessi. Ogni personaggio combatte contro se stesso e la droga è solo un’arma per cercare la distruzione.
Oltre a riprendere tutto questo, già perfettamente trattato in Trainspotting, nel nuovo romanzo Welsh offre anche una panoramica della situazione politica inglese e crea un geniale parallelo tra la diffusione dell’eroina e quello di una malattia che colpisce gli alberi di Edimburgo. Mentre le istituzioni e i ben pensanti cercano di debellare la minaccia che affligge le piante, il pericolo della droga viene sottovalutato, trascurato. Tutti si preoccupano che le piante marciscono, ma nessuno si accorge che lo stesso destino è condiviso da un’intera generazione di giovani.
Skagboys è rabbioso, delicato, divertente e commovente. Un’opera di grande letteratura che ha tuttavia il difetto di essere troppo lunga. Il romanzo non ha una vera e propria trama, si limita a mostrare un periodo della vita dei protagonisti. Una scelta perfetta se si vuole dar spazio ai personaggi, ma che non riesce a mantenere viva l’attenzione del lettore per tutte le 618 pagine. Si sente la mancanza di una storia di fondo, di un intreccio che vada oltre la semplice vita dei ragazzi e il finale è di conseguenza deludente, perfino un po’ noioso.
Se avete letto Trainspotting (e magari anche Porno, suo sequel), sarete contenti di ritrovare i terribili ragazzi di Leith e anche incuriositi di conoscere come questi siano finiti nel baratro della tossicodipendenza. Se invece non sapete chi siano Renton, Sick Boy, Begbie e Spud, beh allora è decisamente meglio partire con il primo libro, un capolavoro che anche lo stesso Welsh difficilmente potrà mai eguagliare.