Titolo originale: Hunger
Paese: Regno Unito, Irlanda
Anno: 2008
Durata: 96 minuti
Genere: Drammatico
Sceneggiatura: Enda Walsh e Steve McQueen
Fotografia: Sean Bobbitt
Montaggio: Joe Walker
Musiche: David Holmes e Leo Abrahams
Scenografia: Tom McCullagh
Costumi: Anushia Nieradzik Trucco: Jacqueline Fowler, Cheryl Hill,Judith Laverty, Maria Moore
Effetti speciali James Ballard, Valentina Catena, Michele De Benedetti, Myfanwy Harris
Produttore: Laura Hastings-Smith e Robin Gutch
Produzione: Blast! Films, Film4, Channel Four Film, Northern Ireland
Screen, Broadcasting Commission of Ireland, Wales Creative IP Fund
Distribuzione: BIM Distribuzione
Sito ufficiale: www.hungerthemovie.co.uk
Data di uscita: RIFF 2009 - 27 Aprile 2012 (al cinema)
Il film racconta la rivolta attuata nel carcere nordirlandese di Maze all’alba degli anni Ottanta quando i detenuti dell’IRA, per costringere il governo inglese a dar loro lo status di prigionieri politici, diedero il via ad uno sciopero dell’igiene e successivamente, per iniziativa di Bobby Sands, ad uno sciopero della fame che portò alla morte dello stesso Sands e di altri nove detenuti.
Sulla carta, quello di Hunger poteva rappresentare un debutto insolito per un personaggio proveniente dal mondo della video arte come Steve McQueen.
Il film, infatti, racconta della rivolta attuata nel carcere nordirlandese di Maze all’alba degli anni Ottanta, quando i detenuti dell’IRA, per costringere il governo inglese a dargli lo status di prigionieri politici, diedero prima il via ad uno sciopero dell’igiene e successivamente, per iniziativa di Bobby Sands, ad uno sciopero della fame che portò alla morte dello stesso Sands e di altri nove detenuti.
Ma, a dispetto del tema e a conferma del talento di chi siede dietro la macchina da presa , quello di McQueen non è un film “politico” nel senso tradizionale del termine: perché, oltre che soffermarsi con estrema crudezza sulla crudeltà del personale carcerario britannico e sulla sofferenza fisica dei detenuti, mira forse sopra ogni altra cosa al racconto di vicende umanissime e profondamente intime, quasi spirituali. Su tutte quella del Bobby Sands interpretato da Michael Fassbender, che, con una scelta narrativa insolita e decisamente encomiabile, emerge come vero protagonista solo a film inoltrato.
Una scelta che rappresenta solo uno dei molti spiazzamenti messi in campo da McQueen, che per raccontare le sue storie di inquietanti mortificazioni fisiche e corporali si affida ad una forma curatissima e raffinata ma assolutamente mai patinata.
Hunger è un film che a un realismo spietato e crudele, gelido eppure violentissimo, riesce ad associare momenti di elevatissima astrazione visiva e cinematografica, culminando in un finale bellissimo e struggente che conferma la coerenza di un progetto negandone in apparenza quelli che erano state le sue colonne portanti.
Un finale nel quale al dolore tutto carnale, palpabile, di un Sands che muore di fame si affiancano le sue visioni astratte, intime e mai retoriche. Nel quale al deperimento del corpo si associa il viaggio metafisico dentro sé stessi, dalla spiritualità profonda e perversamente ascetica.
Colpisce ancor più in profondità, in un film che si costruisce su questa ambigua e duplice natura profonda dell’immagine e della sua capacità di veicolare sensi, che il suo fluire eloquentissimo sia intervallato da una scena incredibile, dove la fisicità dello sguardo cede completamente il passo al potere (e, assieme, ai limiti) della parola. Un piano sequenza unico e reale di oltre 20 minuti, composto da una conversazione serratissima tra Fassbender e il bravissimo caratterista irlandese Liam Cunningham (nel ruolo non casuale di un prete, in un film che abbiamo appunto definito quasi spirituale).
Al di là dei meriti degli interpreti e del regista che li dirige, questo momento inconsulto che spezza Hunger, nei suoi contenuti e nel suo semplice essere, non fa altro che confermare la consapevolezza profonda di un autore e la coerenza di un film che trova nelle ambiguità e nelle contraddizioni le chiavi della sua innegabile potenza.
Premi:
** European Film Awards 2008: Prix Fassbinder
** Festival di Cannes 2008: Caméra d'or
** British Independent Film Awards 2008:
- Premio Douglas Hickox per il miglior regista esordiente
- miglior attore (Michael Fassbender)
- miglior contributo tecnico (Sean Bobbitt)
La frase:
"Il crimine politico, la violenza politica, non esistono".
Code:
Generale
Nome completo : Hunger.2008.iTALiAN.BDRip.XviD-TRL[MT].avi
Formato : AVI
Formato/Informazioni : Audio Video Interleave
Dimensione : 1,41 GiB
Durata : 1h 36min
BitRate totale : 2 095 Kbps
Creato con : VirtualDubMod 1.5.10.2 (build 2540/release)
Compressore : VirtualDubMod build 2540/release
Video
ID : 0
Formato : MPEG-4 Visual
Profilo del formato : Advanced
[email protected] Impostazioni del formato, BVOP : 1
Impostazioni del formato, QPel : No
Impostazioni del formato, GMC : No warppoints
Impostazioni del formato, Matrix : Default (MPEG)
Codec ID : XVID
Codec ID/Consiglio : XviD
Durata : 1h 36min
BitRate : 1 638 Kbps
Larghezza : 656 pixel
Altezza : 272 pixel
AspectRatio : 2,40:1
FrameRate : 25,000 fps
ColorSpace : YUV
ChromaSubsampling : 4:2:0
BitDepth/String : 8 bits
Tipo di scansione : Progressivo
Bit/(Pixel*Frame) : 0.367
Dimensione della traccia : 1,10 GiB (78%)
Compressore : XviD 1.2.1 (UTC 2008-12-04)
Audio
ID : 1
Formato : AC-3
Formato/Informazioni : Audio Coding 3
Format_Settings_ModeExtension : CM (complete main)
Codec ID : 2000
Durata : 1h 36min
Modalità : Costante
BitRate : 448 Kbps
Canali : 6 canali
Posizione dei canali : Front: L C R, Side: L R, LFE
SamplingRate : 48,0 KHz
BitDepth/String : 16 bits
Dimensione della traccia : 308 Mb (21%)
Allineamento : Audio splittato
Durata interleave : 40 ms (1,00fotogramma)
Pre caricamento interleave : 500 ms