FRANZ JOSEPH HAYDN
THE COMPLETE MASS EDITION
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# Performer: Stephen Varcoe, Catherine Denley, Louise Winter, Pamela Helen Stephen, Ian Watson, et al.
# Orchestra: Collegium Musicum 90
# Conductor: Richard Hickox
# Composer: Franz Joseph Haydn
# Audio CD (February 13, 2007)
# SPARS Code: DDD
# Number of Discs: 8
::->TRACK LISTINGS<-::
Disc: 1
Mass for soloists, chorus, organ & orchestra in B flat major (’Theresienmesse’), H. 22/12
Missa brevis St. Joannis de Deo, for soloists, chorus, organ & orchestra in B flat major (’Little Organ Mass’), H. 22/7
Disc: 2
Mass for soloists, chorus, organ & orchestra in B flat major (’Schöpfungsmesse’), H. 22/13
Missa Rorate coeli desuper, in G major (lost), H. 22/3
Disc: 3
Mass for soloists, chorus, organ & orchestra in B flat major (’Harmoniemesse’), H. 22/14
Salve Regina, for soprano, chorus, 2 violins & organ, in E major, H. 23b/1
Disc: 4
Te Deum, for soloists, chorus, orchestra & organ in C major, H. 23c/1
Missa in Tempore belli, for soloists, chorus, organ & orchestra in C major (’Paukenmesse’), H. 22/9
Alfred, König der Angelsachsen, or Der patriotische König, incidental music, H. 30/5
Grosses Te Deum, for chorus, orchestra & organ in C major, H. 23c/2
Disc: 5
Mass for soloists, chorus, organ & orchestra in D minor (’Lord Nelson’), H. 22/11
Ave Regina Coelorum for soprano, chorus, 2 violins & organ in A major, H. 23b/3
Missa brevis, for 2 sopranos, chorus, organ & strings in F major, H. 22/1
Disc: 6
Missa Sancti Bernardi von Offida, for soloists, chorus, organ & orchestra in B flat major (’Heiligmesse’), H. 22/10
Missa Sancti Nicolai, for soloists, chorus, organ & orchestra in G major (’Nikolaimesse’), H. 22/6
Disc: 7
Missa Cellensis, for soloists, chorus, organ & orchestra in C major (’Cantata Mass’), H. 22/5
Missa Sunt Bona Mixta Malis, for chorus & organ in D minor, H. 22/2
Disc: 8
Missa in honorem BVM, for soloists, chorus, organ & orchestra in E flat major (’Missa St. Joseph’ / ‘Great Organ Mass’), H. 22/4
Missa Cellensis, for soloists, chorus, organ & orchestra in C major (’Mariazellermesse’), H. 22/8
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Di umile famiglia, Franz Joseph Haydn (Rohrau 1732 - Vienna 1809) iniziò assai presto gli studi musicali e dal 1740 al 1749 fu alla scuola del coro di Santo
Stefano a Vienna. Utile alla sua formazione fu la conoscenza dei maggiori musicisti operanti nel mondo viennese e, in particolare, la collaborazione con N.
Porpora, che lo chiamò al proprio servizio. Nel 1759 ottenne un primo impiego stabile al servizio del conte F.M. Morzin, come compositore e direttore della
piccola orchestra di Lukavec, in Boemia. Allo scioglimento di questa (1761), Haydn fu immediatamente assunto come vicemaestro di cappella dal principe P.A.
Esterházy, a cui nel 1762 succedette il fratello Nicolaus "il Magnifico", mecenate molto appassionato di musica, che, dopo alcuni anni, tenne nei confronti
del compositore un atteggiamento di protezione e amicizia, aperto e tollerante.
Soprattutto dopo la morte del precedente maestro di cappella G.J. Werner (1701-1766), Haydn fu responsabile di tutta la vita musicale della corte (che
risiedeva per la maggior parte dell'anno a Eisenstadt dopo il 1766 a Esterház e per alcuni mesi a Vienna), ebbe a disposizione un'ottima orchestra e
provvide alla musica sinfonica e da camera, all'allestimento di opere italiane (proprie o di altri autori), alla musica di scena per i drammi teatrali e alla
musica sacra. Alla morte di N. Esterházy (1790) l'orchestra di corte fu sciolta, ma Haydn conservò, per esplicita volontà dello scomparso, il titolo e lo
stipendio di maestro di cappella, garantendosi assoluta libertà e sicurezza economica. Ormai era riconosciuto universalmente come uno dei maggiori
compositori viventi e della sua fama europea costituì una prova, oltre alla vasta diffusione manoscritta e a stampa delle sue composizioni, la commissione da
parte della Société du Concert de la Loge Olympique di Parigi delle 6 sinfonie, dette appunto "parigine". Si stabilì così a Vienna, ma già alla fine del 1790
partì per l'Inghilterra, accettando l'invito del violinista e impresario J.P. Salomon per una serie di concerti.
Al primo soggiorno inglese (gennaio 1791 - giugno 1792) ne seguì un secondo (febbraio 1794 - agosto 1795). Durante entrambi Haydn, al culmine della fama e
della forza creativa, ebbe successi clamorosi e lo stimolo a comporre alcune tra le opere strumentali più alte (le 12 sinfonie "londinesi"). Nel 1795 riprese
il servizio presso la ricostituita cappella Esterházy, senza dovervisi impegnare come un tempo: trascorse pertanto gli ultimi anni dedicandosi
tranquillamente alla composizione (ultimi quartetti; le 6 grandi messe; gli oratori La creazione, 1798, e Le stagioni, 1801), finché diradò progressivamente
e infine interruppe definitivamente (intorno al 1804) l'attività. Morì alcuni giorni dopo l'ingresso in città delle truppe napoleoniche.
L'opera strumentale
La parabola creativa di Haydn abbraccia circa cinquant'anni, che segnarono trasformazioni profonde nella storia della musica europea. Punti di partenza
furono per lui le tradizioni vocali e strumentali del tardobarocco austriaco e tedesco, l'opera napoletana e probabilmente lo stile sinfonico-orchestrale
della scuola di Mannheim (J. Stamitz, J. Holzbauer, F.X. Richter, C. Cannabich, K. e A. Stamitz), caratterizzato da una sonorità compatta, quasi all'unisono,
da un ampio uso della dinamica a fini espressivi. Dalle esperienze tardobarocche o galanti dei vari H. Reutter, M.G. Monn, G.C. Wagenseil, J.K. Vanhal in
campo strumentale, Haydn si allontanò progressivamente per compiere una sintesi originalissima, che pose le basi della sinfonia e del quartetto moderni,
grazie alla ricchezza e alla complessità dell'elaborazione tematica, all'interesse armonico e contrappuntistico, alla geniale interpretazione degli schemi
della forma sonata, che con lui raggiunse la compiutezza "classica" esemplare. Soprattutto per le sinfonie e i quartetti, Haydn è considerato artefice del
classicismo musicale, di cui fu, con W.A. Mozart e L. van Beethoven, il massimo protagonista. In questi generi strumentali è possibile seguire una chiara,
anche se non uniforme, linea evolutiva, dalle prime esperienze alla compiuta originalità della produzione degli anni 1768-74.
In questo periodo il linguaggio haydniano assunse una carica di intensità e drammaticità che ha fatto parlare di "crisi romantica", o di Sturm und Drang (si
pensi, per esempio, alle sinfonie n. 44, o Trauersymphonie, 1771; n. 45, o Degli addii, 1772; n. 49, o La passione, 1768 e ai quartetti op. 20, 1772), fino
alla sintesi della piena maturità: dalle sinfonie "parigine" (n. 82-87, 1785-86, fra cui si ricordano quelle soprannominate L'ours, La poule e La reine) alle
sinfonie "londinesi" (n. 93-104, 1791-95, fra cui quelle denominate La sorpresa, La pendola e Rullo di timpani) o alla grande serie dei quartetti culminanti
nelle raccolte op. 76 (1797-99) e op. 77 (1799). Gli 83 quartetti (l'ultimo è incompiuto) e le 108 sinfonie rappresentano l'aspetto della produzione di Haydn
più conosciuto e apprezzato, sebbene soltanto in epoca recente sia stata fatta piena luce sulla cronologia (la tradizionale numerazione delle sinfonie non
sempre rispecchia correttamente l'ordine cronologico) e sull'autenticità di molti lavori, poiché il successo del compositore spinse sovente i contemporanei a
far passare sotto il suo nome opere non sue.
L'opera vocale
La figura di Haydn non può, però, essere ricondotta alla sola, pur sterminata, produzione strumentale (che comprende anche 52 sonate per pianoforte;
moltissima musica da camera; circa 50 concerti per solisti e orchestra, dei quali il più notevole è quello per tromba; 16 ouverture; 29 danze tedesche; 47
divertimenti; oltre 100 minuetti per orchestra): grande rilievo presenta, infatti, anche quella vocale, di cui fanno parte circa 60 composizioni per voce e
pianoforte, circa 90 canoni a più voci, circa 450 canti popolari scozzesi, irlandesi e gallesi adattati per voce e pianoforte.
Le opere teatrali, in tutto 23, appartengono in prevalenza al genere dell'opera buffa italiana, come le tre su libretto di C. Goldoni (Lo speziale, 1768; Le
pescatrici, 1769; Il mondo della luna, 1777). La musica sacra comprende 14 messe (fra cui la Nelson-Messe e la Theresien-Messe) e altre composizioni (tra cui
uno Stabat Mater, circa 1773).
Nelle ultime 6 messe (1796-1802) si compie una sintesi senza precedenti tra vocalità, forme desunte dall'antica tradizione contrappuntistica e nuove
conquiste strumentali; a esse vanno avvicinati i due già citati oratori maggiori, La creazione e Le stagioni, dove si nota anche l'assimilazione dello stile
corale degli oratori di G.F. Händel, conosciuti in Inghilterra.
Nello studio della vasta produzione di Haydn, accanto alle varie suggestioni stilistiche della musica colta del suo tempo, bisogna ricordare l'importanza
dell'apporto della musica popolare, accolto con fresca cordialità soprattutto nei minuetti e nei finali di sinfonie e quartetti e più in generale fecondo
stimolo dell'originalità inventiva. La ricchezza di tale originalità non consente schematiche definizioni: Haydn è capace di punte altissime di intensità
drammatica e di una gamma assai varia di cordiale umorismo.
Ciò premesso, si può accettare di riconoscere nella robusta ed equilibrata dimensione espressiva il carattere dominante della sua opera, che non conosce
certe sfumate ambiguità e certo demonismo mozartiano e che fu in seguito punto di riferimento essenziale per L. van Beethoven. Con W.A. Mozart il rapporto fu
più complesso: sul più giovane compositore salisburghese, di cui fu sincero amico riconoscendone senza esitazione la grandezza, Haydn esercitò un'influenza
iniziale, a cui seguì, a partire dal 1781, uno scambio di esperienze, tanto che appare innegabile in Haydn la suggestione delle ultime sinfonie e di altre
opere mozartiane.
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