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ITALIANO
Più unico che raro, questo disco lascia sorpresi per la modernità del suo sound che anticipa di almeno due anni lavori successivi ben più riconosciuti e ricordati, al punto di farci sospettare che la release-date (1969) sia retrodatata. Ma non è testimoniabilmente così. In questo straordinario vinile, vengono di fatto superate tutte le matrici beat-psichedeliche di fine anni '60, per dare sfogo ad un particolarissimo rock costruito sulla base di ben due tastiere e su un originale uso della voce che, per certi versi, preannuncia quelle di Jimmy Spitaleri o di Claudio Canali. Nati nel 1968 a San Giorgio a Cremano (NA) ad opera del tastierista Antonio Cavallaro (in arte Fabio Celi), gli "Infermieri" incidono in quello stesso anno un primo 45 giri di stampo commerciale sotto il nome di "Fabio celi e i Pop". Dopo qualche mese, stabilizzata una formazione a cinque (chitarra, basso, batteria e 2 tastiere di cui un Farfisa modificato per emulare un Moog), il gruppo entra nella sala di registrazione "Studio 7" di Napoli per immortalare il proprio lavoro su vinile: un album sul tema della follia. Il disco che contiene sei lunghi brani conditi da testi crudi ed irriverenti, viene immediatamente bandito dalla RAI, limitandone la distribuzione a livello regionale. Purtroppo, neppure la ristampa del 1975 in occasione dell'unica apparizione televisiva del gruppo ("Uomo cosa fai" all'interno della trasmissione "Adesso Musica") riesce a sollevare la band dall'anonimato e il quintetto si scioglie. Il solo batterista Roberto Ciscognetti (fratello di Ciro, collaboratore dei Napoli Centrale) continuerà una carriera professionale che lo porterà ad essere a tutt'oggi membro stabile dell'Orchestra Italiana di Renzo Arbore (sic!).
Ma passiamo all'ascolto del disco. Sin dall'attacco del primo brano "L'artista sadico" si ha la precisa sensazione di trovarsi davanti a un prodotto anomalo per il 1969: l'impronta timbrica dei primi 70 secondi che precedono la voce è decisamente rock progressivo con tanto di stacchi, cambi di sonorità e tastiere in bella evidenza. Considerando che il prog italiano non era ancora nato, il riferimento più vicino sarebbe quello ai Deep Purple, ma l'ingresso della voce ci porta ad una dimensione molto più autenticamente ispirata. Certo, non si può fare a meno di fare accostamenti col rock britannico, ma occorre anche dire che, considerati i tempi che correvano, un risultato del genere era veramente senza paragoni. La successiva "Follia" è ancora più hard laddove la voce e gli strumenti restituiscono perfettamente lo scopo concettuale dell'intero lavoro. Il terzo brano "Capestro" concede addirittura degli straordinari frammenti di prog puro ante-litteram lasciandoci sempre più stupiti riguardo al mancato riconoscimento di questo prodotto. "Il presidente", pur mantenendo la matrice rock, si apre intelligentemente alla melodia mediterranea con la voce in bella evidenza che sottolinea un testo amaro e disincantato. Chiudono l'album i due movimenti di "Uomo cosa fai", probabilmente il brano di punta del disco, sospeso tra atmosfere evocative e sognanti e liriche di forte denuncia sociale. n sintesi, per quanto possa essere stato un disco "non conflittuale", "Follia" rasenta il massimo della trasgressività nel suo sistema di riferimento. Ascoltarlo e rivalutarlo è fortemente consigliato a chiunque ami il Pop Italiano, se non altro per constatare che, pur nella marginalità, anche nell'Italia del 1969 operavano artisti ben più vicini all'avanguardia che non alla ben più redditizia tradizione melodica.
(classikrock.blogspot.com)
ENGLISH
Fabio Celi & Gli Infermieri were a group founded by Fabio Celi (real name Antonio Cavallaro) in San Giorgio A Cremano (near Neaples) towards the end of the 60's, with the name of Fabio Celi & I Pop. The line-up included Ciro Ciscognetti, Luigi Coppa , Rino Fiorentino and Roberto Ciscognetti. With this name they realized a POP single. Their only album (Follia) was recorded at the 'Studio 7' and was supposedly published in 1969 under the name of Fabio Celi & Gli Infermieri. This album is very Rock. It is described as psychedelic as a result of the use of a Farfisa organ modified to sound like the Moog. The lyrics are heavy, often obscure, and against certain aspects of society. Due to this the album was censored by RAI (the Italian broadcasting) and the promotion was really poor. In truth this album is also a post Beat album. Celi released a single in 1971 with the same musicians of the album except with Silvio Feo instead of Coppa. In 1973 Fabio Celi participated in the 'Festival D'Avanguardia E Nuove Tendenze' in Neaples (famous festival for RPI birth and promotion) and in 1975 in 'Adesso Musica', a TV show. The song 'Uomo Cosa Fai' led to the reprint the album but without producing any significant sales. The band were never able to successfully return. Only the drummer Roberto Ciscognetti remains in the music business. In my opinion Fabio Celi & Gli Infermieri' can be juxtaposed with The Doors, Iron Butterfly, Vanilla Fudge, Deep purple, Colosseum, Warhorse, Biglietto Per L'Inferno and in general to all groups on the Rock side of Early Prog. If the 1969 release date claimed by Celi was accurate then this is one of the earliest transitional albums moving from Pop and Beat to the classic RPI period we would know a few years later. [Mandrakeroot/Andrea Salvador]. Fabio Celi E Gli Infermieri in 1969 (if the info running time is correct) LP publish a truly forward with the times. And I will explain why. Meanwhile, I can tell you that after a negligible 7'' with the monicker of Fabio Celi & I Pop with Fabio Celi E Gli Infermieri produced a really vitriol album in the lyrics and musically really RPI, although too influenced by the Psychedelic Rock style. If they had been Americans would have a huge success... Instead became a cult band! Now it must be said that the songs speak of corruption, Camorra and the similars, are difficult to digest at the time (for this fact 'Follia' was censored by RAI, the Italian broacasting), even though the lyrics are light and predictable. However, it is not strange that the only song to be rediscovered in full Prog era had been 'Uomo Cosa Fai' which is the most Prog song of the album, which talks about the discomfort of a man who lives in a suburb any ... Almost that Fabio Celi wanted to take cue from Pier Paolo Pasolini, common theme to the POP 'Via Gaetano Argento', bonus track on CD. How sound organ and Moog (but would rather an organ and a Farfisa organ modified to sound like a Moog) dominate the album (not the two bonus tracks, that are POP with heavy lyrics, very close to Van Der Graaf Generator). So while the first two songs (especially 'Follia' that is recited) are pure Psychedelic Rock it is true that 'Il Capestro' and 'Il Presidente' are pure Rock songs. Vice versa true Prog are 'Uomo Cosa Fai' and the dramatic (is the story of a farmer who saw his fields turned into a suburb... From night to day... Sublime message of esteem for Pier Paolo Pasolini... As well as take a stand against modern society!) 'Distruzione' are 100% RPI. And in fact they are more reflective, the arrangements in 'Uomo Cosa Fai' and 'Distruzione' are the point of force of these songs. The production is flat and poor, doing well just to highlight the power of songs. So 'Uomo Cosa Fai' and 'Distruzione' lose much of their potential, even if they are aged well, as indeed the whole album. Fabio Celi sings always pissed, even if the tone softens dive serves. In general I believe that 'Follia' is an album of 1969, because with pure Psychedelic Rock songs. Shame that the CD has been inserted (not after the songs of the album, the two bonus tracks signed fabio Celi) who have ruined a great album. Album that has aged extreme well. An another Italian obscure jewel that I recommended at all!!!
(progarchives.com)
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