ENKI BILAL - TRILOGIA NIKOPOL [CBR - ITA][TNT Village]
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AUTORE: Enki Bilal
EDIZIONE: Alessandro Editore (1998 - 2000)
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3 VOLUMI:
La fiera degli immortali (1980)
La donna trappola (1986)
Freddo equatore (1992)
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In un mondo che è futuro, ma anche passato, e che gioca a rimpiattino con le epoche e i loro vizi incancellabili – come le dittature, i soprusi, l'odio dell'uomo contro l'uomo – false divinità venute dal passato (o dal futuro?) cercano di riprendersi il mondo e i suoi abitanti. Se il mondo fosse abitato solo da cinici dittatori, o avidi cortigiani, agli uomini non resterebbe che una vita da schiavi. Invece ci sono uomini come Alcide Nikopol capaci di ingannare gli antichi dei per salvare il mondo e riscattarlo dalla dittatura. Nikopol è un guerriero ma anche un poeta che quando impazzisce comunica soltanto declamando le poesie di Baudelaire. Un uomo pietoso, che si distingue dagli dei per la sua capacità di provare compassione e amore. Nikopol salva il mondo, ma fino a quando? I semi malvagi dell'uomo non smettono mai di germinare e gli individui commettono sempre gli stessi errori.
Quella che viene comunemente identificata come La Trilogia Nikopol è l'unione di tre volumi ideati tra il 1980 e il 1992 da Enki Bilal, autore di fumetti nato nella ex Jugoslavia e poi trasferitosi in Francia. La fiera degli im mortali è la pubblicazione madre della trilogia in cui per la prima volta appaiono i protagonisti di un cupo universo futuristico in cui convivono uomini e Dei (Egizi) in un continuo evolversi di eventi legati ai temi della vita e della immortalità . Seguiranno La donna trappola (1986, che si aggiudica il prestigioso premio BD d'Or) e Freddo equatore (1992, vincitore del Grand Prix de la Ville de Sierre). Enki Bilal è uno degli autori che ha portato il fumetto contemporaneo ad essere una vera e riconosciuta forma d'arte. Le sue storie, che spesso scrive e disegna completamente da solo, sono visioni intricatissime, rese vive e vivide da una capacità grafica eccezionale. Bilal, originario di Belgrado, è cresciuto a Parigi mentre il fumetto underground esplodeva grazie al gruppo degli Umanoidi Associati animato da Moebius, e alla loro rivoluzionaria rivista Metallo Urlante. Il disegno di Bilal tratteggia questo mondo futuro pieno di ricchi obesi e sfiniti, di macchinari sporchi e di disperati in mezzo alla strada, con la leggerezza visionaria che è anche di Moebius, ma aggiunge il suo stile personale, sporcando e rendendo più sgradevole l' immagine, inquadrando i visi e i particolari in un modo tutto suo.
Nel 2004 Enki Bilal dirige il film Immortal Ad Vitam tratto dalla Trilogia Nikopol (in particolare da Freddo equatore) e con cui vince due premi all'European Film Awards 2004.
Introduzione di Enki Bilal, tratta dal volume: La Trilogia Nikopol (come nell'antica Grecia?) è una trilogia nello stesso tempo libera e legata. Libera per me, suo autore, in tutti i sensi del termine. Cito, in ordine sparso: libera nell'ispirazione, nel filo narrativo, nella costruzione del tempo e libera dalla razionalità , dalle costrizioni sulla documentazione e anche dalla scelta dell'edizione. Ma non libera da legami, poiché strettamente tenuta insieme da una cronologia dei personaggi e da un desiderio, costante ad ognuna delle tre tappe, di calarsi nel contemporaneo attraverso delle false arie di mutamento temporale. Così nei tre volumi si susseguono delle scaglie ossessiv e e grottesche del nostro mondo, dèi egizi vergognosamente maltrattati, un uomo che porta il nome di una città d'Ukraina (Nikopol) con i tratti di un grande attore svizzero-tedesco, una donna aberrante dalla pelle bianca e dai capelli naturalmente blu, animali veri, fasulli, poi dei giornali (La Stampa, onnipresente!) una piramide volante, degli incontri sportivi, scompartimenti di treno, camere d'albergo ed infine storie d'amore e di sogni, in celluloide. Una trilogia (termine pomposo, bisogna riconoscerlo) che occupa il mio spirito, ad intervalli regolari, da quasi 15 anni. Mi chiedo proprio a cosa possa servire, a parte il costruirmi legami liberamente consentiti ma sufficientemente distesi, comodi,per potermi muovere altrove? Malgrado cerchi di muovermi verso varie direzioni e prec isamente altrove, una trilogia, per definizione, ha una fine ed una fine è dolorosacome una separazione. L'esse inziale è di non farne una tragedia (greca).