EL TOPO
by Akitoidolo
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Titolo originale: El Topo
Nazionalità: Messico
Anno: 1970
Genere: western
Regia: Alejandro Jodorowsky
Durata: 113 min
:::->Recensione<-:::
La talpa (el topo) è un animale che scava sottoterra e che quando arriva in superficie e vede il sole, diventa cieco. Scritto e diretto dall’attore, regista, scrittore e mago Alejandro Jodorowsky, El topo è forse il primo esempio di western surreale nella storia del cinema, a metà strada tra il viaggio mistico e l’ascesa messianica. Diviso per capitoli (Profeti – Salmi – Apocalisse) che segnano l’atto dello scavare della talpa per emergere verso la superficie (i fotogrammi su cui appaiono i titoli sono quelli di mani che scavano la terra), il film è un complicato ed a volte inestricabile crogiuolo di citazioni, rimandi religiosi, allegorie e metafore, diviso in realtà in due tronconi: quello che vede il cammino borioso e presuntuoso del pistolero e l’ascetica rinascita dal sottosuolo, la sua resurrezione alchemica. Tutta la prima parte, fino al duello con il colonnello, è una metafora della crescita sessuale del fanciullo che, dopo aver incontrato la pistolera, viene abbandonato. I primi tre banditi, infatti, fanno tutti esplicito riferimento al sesso: uno è appassionato di scarpe femminili, uno taglia con la sua spada una banana (che poi mangia) mentre l’ultimo ha un rapporto con una donna disegnata con tanti piccoli sassolini. Lo stesso suicidio del colonnello, il cui carattere evidente è quello maschilista, avviene dopo che el topo lo ha ferito al sesso. Punto di partenza, assolutamente, è però quello della diversità (di pensiero e rappresentazione, così come di uomini veri e propri). Cinema dei diversi, che ha origine nella deformità umana di Freaks (1932) di Tod Browning, e che prosegue nella passione del regista per il circo: evidente nel terzo Grande Maestro, in uno scenario fatto di chiromanti, leoni ed una carrozza da circo, e negli spettacoli con la nana (da giovane il regista aveva lavorato come clown proprio in un circo). Sacro, devoto ma dissacrante nella scelta di mescolare tutte le influenze religiose (l’assassinio del pistolero nella pozza d’acqua, una specie di battesimo della morte; la morte per mano della donna, che lascia stimmate sui piedi di el topo; l’esperienza mistica con la carne di scarafaggio; la messa suicida; il corpo che prende fuoco nel finale buddista), anche politico (violenze/rapporti omosessuali tra i quattro preti ed i banditi del colonnello) El topo è un insieme di metafore (il passaggio del frutto tra le due donne ed il rapporto con l’uomo) e rimandi simbolici (lo specchio della donna infranto, il mito di Narciso distrutto da el topo; l’occhio di Osiride come marchio a fuoco) che a volte hanno però il carattere di assoluto ed affascinante non sense di natura surrealista e poetica. Il deserto, metafora del percorso interiore del protagonista, è spazio senza tempo.
(da
failacosagiusta.it
)
:::->Scheda tecnica del DivX<-:::
Dimensione: 793 MB (812,968 KB / 832,479,232 bytes)
Durata: 1:59:43
Video Codec: DX50
Codec Name: DivX 6.2.5
Video Bitrate: 725 kbps
Risoluzione: 640 x 480
FPS (Frames/sec): 25.000
QF (Frame quality): 0.094
Audio Codec: 0x0055 MPEG-1 Layer 3
Audio Bitrate: 192 kbps
Freq Audio: 48000Hz
*
Note
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Lingua e sottotitoli: il film è l'originale in spagnolo (la versione italiana è orribile, ha dei tagli), ma credetemi si capisce bene, mentre i sottotitoli sono in italiano ed inglese.