Titolo originale: Deception Point
Titolo italiano: La verità del ghiaccio
Autore: Dan Brown
1ª ed. originale: 2001
1ª ed. italiana: 2005
Genere: romanzo
Sottogenere: Giallo
Anno di Pubblicazione: 2006
Pagine: 635
Lingua originale:inglese
Traduttori: Frezza Pavese P., Pavese L.
Editore: Mondadori
Collana: I miti
Al centro della storia de La verità del ghiaccio c’è l’eccezionale ritrovamento, seppur “misterioso” per il modo, di un meteorite nella banchisa artica da parte degli scienziati della NASA, che contenendo fossili d’insetti, rappresenta la prova inconfutabile di forme di vita extraterrestri. Questo eccezionale ritrovamento avviene alla vigilia delle elezioni presidenziali USA, dove il presidente uscente Zachary Herney sembra spacciato, affossato dagli attacchi del suo sfidante, il senatore Sexton, basati sui continui insuccessi dell’agenzia spaziale “eccessivamente” finanziata dal presidente; una simile scoperta rappresenta l’asso nella manica per Herney che, per non lasciare adito a dubbi, assolda una squadra di esperti composta dagli scienziati Michael Tolland, volto molto noto in TV, e Corky Marlinson, fresco premio Nobel in astrofisica, affiancandogli la ricercatrice Rachel Sexton, figlia dello “sfidante”: un trio a dir poco convincente per l’intero popolo americano. All’iniziale abbaglio dato dalla grande scoperta però, seguono dei risultati nei test del team di esperti civili che smascherano un’inimmaginabile mega truffa scientifica, una chiara frode ben orchestrata con mezzi tecnologici sofisticati, che rischia di aprire una polemica a livello mondiale. Ma prima che Rachel riesca a riferire i risultati al presidente, il trio subisce un agguato da parte di un manipolo di killer disposti a tutto pur di “azzittirli”. Inizia allora un inseguimento ricco di colpi di scena che lascia ai protagonisti una sola via di scampo: scoprire chi c’è dietro al complotto e denunciare tutto all’opinione pubblica.
Incipit:[/size]
La morte, in quel luogo remoto, poteva arrivare sotto innumerevoli forme. Il geologo Charles Brophy conviveva da anni con il fascino selvaggio di quel territorio, eppure nulla lo aveva preparato al destino barbaro e innaturale che stava per abbattersi su di lui.
I quattro husky che trainavano nella tundra la slitta carica di strumenti per le rilevazioni geologiche all'improvviso rallentarono, con il muso rivolto al cielo.
«Cosa c'è, ragazze?» chiese Brophy, scendendo dalla slitta.
Tra le nubi in rapido addensamento, un elicottero birotore da trasporto si abbassava in ampi cerchi costeggiando i picchi di ghiaccio con militaresca perizia.
"Strano" pensò. "Mai visti elicotteri tanto a nord." Il mezzo atterrò a una trentina di metri da lui, sollevando spruzzi pungenti di neve granulosa. I cani presero a guaire, irrequieti.
Si aprì il portello e dall'elicottero scesero due uomini in tuta termica bianca, armati di fucile, che puntarono decisi verso di lui.
«Il dottor Brophy?» chiese uno.
Il geologo rimase interdetto. «Come fate a conoscere il mio nome? Chi siete?»
«Tiri fuori la radio, per favore.»
«Prego?»
«Faccia come le dico.»
Sconcertato, Brophy estrasse la radio dal parka.
«Deve trasmettere per conto nostro una comunicazione di emergenza. Diminuisca la frequenza a cento chilohertz.»
"Cento chilohertz?" Brophy non capiva. "Impossibile ricevere a una frequenza così bassa." «C'è stato un incidente?»
Il secondo uomo sollevò il fucile per puntarglielo alla testa. «Non c'è tempo per le spiegazioni. Si limiti a fare come le viene detto.»
Con mani tremanti, Brophy regolò la frequenza.
Il primo uomo gli porse un foglietto su cui erano scritte poche righe. «Trasmetta questo messaggio. Subito.»
Brophy lo lesse. «Non capisco. Questa informazione è sbagliata. Io non ho...»
L'uomo gli premette la canna del fucile contro la tempia.
In preda all'agitazione, Brophy trasmise lo strano messaggio.
«Bene» disse il primo. «Ora salga in elicottero con i cani.»
Con l'arma puntata contro, il geologo spinse gli husky riluttanti e la slitta su per la rampa che conduceva al vano di carico. Non appena si furono sistemati, l'elicottero si alzò in volo per dirigersi verso ovest.
«Chi diavolo siete?» chiese Brophy, cominciando a sudare. «E cosa significava quel messaggio?»
Nessuna risposta.
La terza pubblicazione della “saga” Dan Brown, pur seguendo la scia del successo e delle vendite, si contraddistingue in modo consistente dalle due precedenti vista la totale assenza di quelle informazioni storiche di fondo, vere o presunte, base del successo e delle critiche all’autore. La narrazione è anche in questo libro eccellente: un thriller ben raccontato e dai risvolti accattivanti.
Dopo aver scavato tra le leggende e i segreti della chiesa, l’autore in questo romanzo si ispira alla vicenda del meteorite ALH84001, espressamente citata all’inizio: ne nasce un thriller ambientato tra i ghiacci del Circolo Polare Artico, i centri iper tecnologici della NASA, e gli uffici della Casa Bianca e degli istituti che ne girano attorno.
Ancora una volta, infatti, l'autore del best-seller Il codice da Vinci costruisce un racconto impeccabile coniugando il mistero della vita extraterrestre con gli intrighi della grande politica, assolutamente terreni ma non per questo meno carichi di suspense. Una spettacolare prova di talento. Una vera sfida per gli amanti del thriller.
Questo libro si caratterizza per l’elevato carico di suspance, per i molteplici bluff politici, e per quella che è la caratteristica dei libri di Brown: la difficoltà del lettore di capire chi c’è dietro a muovere tutti i fili e soprattutto il motivo che lo guida.
Tema centrale del libro, introdotto anche dal titolo, è l’importanza della verità, sostenuta anche con il sacrificio di se stessi e della propria dignità, pur di mostrare agli occhi di tutti la realtà per quella che è, nel bene e nel male. La ricerca della verità rappresenta anche la linea di confine tra i personaggi buoni e i cattivi: quest’ultimi, hanno il loro primo rappresentante nel senatore Sexton, volto di una politica americana cinica e spregiudicata, dove il potere e il successo ottenuto anche con mezzi illeciti rappresentano l’obiettivo da raggiungere a tutti i costi; di contro però ci sono personaggi pronti ad affrontare ogni conseguenza pur di far emergere la verità, e che hanno ad emblema il presidente uscente, come sottolineato anche dalla seguente frase del libro: “Zach Herney stava per ammettere il più grande errore della sua vita, eppure, stranamente, non era mai apparso tanto autorevole”.
Il libro si basa su un’idea originale, e la vicenda risulta meno appesantita rispetto agli sfoggi di nozioni intorno alle più svariate discipline che caratterizzano le prime due pubblicazioni; non manca però quel pizzico di “DI PIU’” che rende inverosimile alcune situazioni, tipico delle sceneggiature cinematografiche americane, a cui questo libro sembra destinato. Ancora una volta Dan Brown ci accompagna in un intrigo dove non bisogna fidarsi dell’istinto e abbozzare congetture perché, queste, crollano come un castello di carte quando meno ce lo aspettiamo.
L’etichetta ritagliata dall’opinione pubblica addosso a questo scrittore lo condanna ormai ad essere odiato da una certa frangia di lettori che giudicherà sempre negativamente le sue opere, a fronte di altri appassionati del genere thriller che non si lasceranno scappare nemmeno una pubblicazione; il giudizio sul libro è quindi positivo, essendo piacevole da leggere, con un’ottima trama, e capace di mescolare le bassezze delle vicende umane legate alla politica e agli inganni, con una delle più grandi domande dell’umanità: siamo soli nell’universo?
Così la critica::[/size]
«Un misto di scienza, storia e politica; un fuoco di fila di colpi di scena tra la Casa Bianca e il Polo Nord» - Corriere della Sera
«Dan Brown dà ai milioni di suoi lettori un appuntamento da non perdere. Tra i ghiacci dell'Artico, alla ricerca della prova che non siamo soli nell'Universo» - Panorama